Le Città invisibili – Delitti Esemplari
Il laboratorio “Le Città invisibili – Delitti Esemplari” è un laboratorio di visualizzazione che ha preso spunto dagli omonimi testi di Italo Calvino e di Max Aub. Ha coinvolto i ragazzi del terzo anno di grafica del corso di Grafica e Comunicazione visiva della Quasar Design University, ed è stato tenuto nel corso dell’insegnamento di Layout e tecniche della visualizzazione tenuto da ma tenuto. Ai ragazzi è stato chiesto di leggere i testi dei due autori e di rappresentarli nella forma che desideravano. È stata lasciata loro la massima libertà di sperimentazione e ricerca, affiancandoli per quel che riguardava le tecniche ed per raggiungere la necessaria coerenza fra immagini e testo.
I risultati ottenuti, che spaziavano dalle illustrazioni alle istallazioni, a piccoli video, sono stati alla fine inseriti in una veste grafica.
La richiesta che ho fatto ai ragazzi è stata quella di sperimentare e visualizzare, spaziando e lasciandosi suggestionare dalle alternative; la realizzazione di un definitivo era facoltativa e non doveva condizionare la libera ricerca. Dovevano coordinare le suggestioni che via via emergevano, ed alla fine scegliere ed utilizzare la formula migliore.
Non mi hanno deluso 🙂
Continua a leggereDalle “Città invisibili” di Italo Calvino:
- Le città e gli scambi.
“A Ersilia, per stabilire i rapporti che reggono la vita della città, gli abitanti tendono dei fili tra gli spigoli delle case, bianchi o neri o grigi o bianco-e-neri a seconda se segnano relazioni di parentela, scambio, autorità, rappresentanza. Quando i fili sono tanti che non ci si può più passare in mezzo, gli abitanti vanno via; le case vengono smontate; rstano solo i fili e i sostegni dei fili.” […]
- Le città sottili
“Se Armilla sia così perché incompiuta o perché demolita, se ci sia dietro un incantesimo o solo un capriccio, io lo ignoro. Fatto sta che non ha muri, né soffitti, né pavimenti: non ha nulla che la faccia sembrare una città, eccetto le tubature dell’acqua, che salgono verticali dove dovrebbero esserci le case e si diramano dove dovrebbero esserci i piani: una foresta di tubi che finiscono in rubinetti, docce, sifoni, troppopieni. “ […]
- Le città e il desiderio
“Di là, dopo sei giorni e sette notti, l’uomo arriva a Zobeide, città bianca, ben esposta alla luna, con vie che girano su se stesse come in un gomitolo. Questo si racconta della sua fondazione: uomini di nazioni diverse ebbero un sogno uguale, videro una donna correre di notte per una città sconosciuta, da dietro, coi capelli lunghi, ed era nuda.” […]
- Le città e i morti
Ciò che fa Argia diversa dalle altre città è che invece d’aria ha terra. Le vie sono completamente interrate, le stanze sono piene d’argilla fino al soffitto, sulle scale si posa un’altra scala in negativo, sopra i tetti delle case gravano strati di terreno roccioso come i cieli con le nuvole”. […]
- Le città e il desiderio
“In due modi si raggiunge Despina: per nave o per cammello. La città si presenta differente a chi viene da terra e a chi viene dal mare”. […]
Dai “Delitti esemplari” di Max Aub
- Cominciò a mescolare il caffellatte col cucchiaino. Il liquido arrivava fino all’orlo, sollevato dall’azione violenta dell’utensile di alluminio. Il bicchiere era ordinario, il bar scadente, il cucchiaino opaco, consumato dall’uso. Si udiva il rumore del metallo contro il vetro. Tin, tin, tin, tin. E il caffellatte girava e rigirava, con un gorgo nel mezzo. Un Maelstrom. Io ero seduto di fronte. […] Allora estrassi la pistola e sparai.
- Lo uccisi perché invece di mangiare ruminava.
- Stavamo fermi al bordo del marciapiede, aspettando di passare. Le automobili correvano veloci, una dietro l’altra, agganciate insieme dai loro fari. Non ci fu bisogno che di una spintarella. Eravamo sposati da dodici anni e non valeva un tubo.